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Un poemetto dallo stile raffinato, dove la ricerca della parola diventa strumento essenziale per entrare in una dimensione di scrittura particolarissima, che si adatta molto ad una rappresentazione teatrale. In scena una donna che soffre, annoiata, insoddisfatta, che non trova consolazione e si lascia vivere "in bilico sul vuoto". (dalla prefazione di Michela Zanarella). Proviamo pietà per questa donna "seduta", che ha scelto un infinito presente, una quiete abissale nella quale sprofondare. Questa donna "adagiata" vorremmo scuoterla dalla sua apatia, ma al tempo stesso vorremmo imitarla... (dalla postfazione di Francesca Farina)